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Approccio T.F.I. al Trattamento connettivale

La fascia ed il suo rapporto con gli organi interni attraverso la riflessologia.

Il corpo umano è in gran parte costituito da acqua, oltre il 70%, e il 50% della massa disidratata è costituita da tessuto connettivo. Da alcuni anni finalmente si sta dando a questo tessuto l’importanza che merita e questo succede soprattutto nel mondo delle terapie manuali. Grazie alle esperienze di molti autori oggi si hanno buone conoscenze in merito e questo ha dato vita ad un fiorire di metodiche più o meno valide, più o meno approfondite. Nell’arco degli anni il mondo delle terapie manuali si è reso conto che l’elemento comune alla larga maggioranza di tutte tecniche di successo era la riorganizzazione del tessuto connettivo. Quello che per tanto tempo è stato considerato un tessuto amorfo di solo riempimento si è dimostrato essere di vitale importanza. Per come è strutturato il sistema delle fasce si comprende che esse sono le responsabili dell’insieme del movimento e del benessere del corpo, ma quello che appare ancora più sorprendente è come al variare della condizione connettivale possa variare la risposta psico-emotiva della persona trattata. Una semplice distorsione può temporaneamente imporre all’intera struttura una modifica nella risposta alle forze di gravità, se la situazione perdura si strutturano a vari livelli di profondità quei compensi che possono dar vita a delle restrizioni croniche di mobilità. Il processo di strutturazione della restrizione può essere reversibile a condizione che la struttura fasciale venga trattata e riorganizzata nel suo complesso. Le MNC fondano gran parte del loro studio sull’omeostasi dei fluidi corporei e sulla pulizia del tessuto connettivo, questo ci permette di comprendere come la “normalizzazione” delle fasce possa avere molti risvolti positivi su vari ambiti corporei.

L’Approccio T.F.I. al connettivo unisce alle vecchie e nuove conoscenze sulle fasce l’esperienza sul trattamento dei fluidi corporei, ma anche la Rieducazione Posturale Dinamica e la Tecnica Cranio-Sacrale che non possono svilupparsi senza dare al connettivo l’importanza vitale che ha.

Autori come Elisabeth Dicke, Ida Rolf, Françoise Mézières, Jutta Hochschild, Raymond Richard, Leopold Busquet, Tom Meyer, Serge Paoletti, Luigi stecco, Phelipe Caiazzo, Saverio Colonna, Robert Schleip, direttore del gruppo di ricerca sulla fascia presso l’Università di Ulm in Germania, sono accomunati sia da esperienze che passano per la Massoterapia, la Fisioterapia, l’Osteopatia strutturale, per la Posturologia, la Psicologia e le loro conclusioni, pur con le personalizzazioni di ognuno, convergono verso la grande importanza che il sistema miofasciale riveste nel contesto della salute.

La Dott.ssa Elisabeth Dicke, a causa di una grave patologia di cui era sofferente, dette vita ad una ricerca empirica ma molto fruttuosa del rapporto tra le problematiche organiche e specifiche alterazioni cutanee.

Ella comprese come particolari stimoli cutanei potessero stimolare un’azione neuroriflessa, stimoli che ben presto si dimostrarono utili a ridurre o addirittura eliminare i disturbi relativi agli organi interni. Oggi il gruppo del Dott. Robert Schleip conferma in maniera scientifica le preziose intuizioni della Dott.ssa Elisabeth Dicke. Tra la Dike e Schleip numerosi autori, già indicati sopra, si sono impegnati nello studio del tessuto connettivo ed il relativo trattamento.

Il trattamento connettivale e relativo studio della fascia può essere annoverato tra le tecniche riflessotene per eccellenza, infatti la stimolazione dermatomerica, lungo quelli che Tom Meyer chiama meridiani miofasciali, permette un ottimo risultato neuroriflesso sugli organi.

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