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Medicina dei Sistemi & Terapia Fisica Integrata

Il Monte Amiata visto dalla Val D’Orcia

Walk in Balance promuove il benessere del praticante attraverso il colloquio tra l’ambiente interno e quello esterno.  Siamo noi gli artefici della nostra salute, dobbiamo solo acquisire la giusta consapevolezza attraverso la conoscenza di noi e della natura che ci circonda.  Essere in armonia con ritmi naturali richiede delle scelte consapevoli ogni giorno. La lenta e sapiente evoluzione dell’essere umano è scritta in ognuno di noi, conoscerla ci può aiutare a mantenere il nostro benessere fisico, psichico e spirituale.

Walk in Balance stimola la consapevolezza attraverso la pratica guidata da chi da anni ha fatto delle scelte importanti diventando un esempio concreto di vita in equilibrio con la natura. La teoria, per quanto importante, senza la pratica resta solo un romantico messaggio che non porta nessun cambiamento. Infatti come scriveva la grande Marilyn Ferguson:

Se continui a credere in quello in cui hai sempre creduto, se continui a pensare come hai sempre pensato, se continui a fare quello che hai sempre fatto, Otterrai quello che hai sempre ottenuto.

La Medicina che non attende la malattia

L’essere umano è un network di sistemi complessi in equilibrio dinamico il cui mantenimento è la base della salute. Dal concepimento in poi la strutturazione riveste un ruolo di primaria importanza nel rapporto tra forma e funzione.

Per chi si occupa di salute il mantenimento degli equilibri nella complessità di un essere unico ed indivisibile come l’essere umano è l’obiettivo primario che richiede la comprensione della relazione forma funzione.

Come ci stanno insegnando le “nuove scienze” la strutturazione non è figlia di un obbligato percorso predeterminato dalla genetica, quanto una fine interazione tra ambiente esterno ed interno che prende il nome di epigenetica. Quando ci impegniamo a comprendere la relazione tra forma e funzione non dobbiamo lasciarci distrarre dall’irrisolta questione su chi è nato prima tra l’uovo o la gallina, ma dobbiamo cercare di capire quanto qualunque trauma, meccanico, biochimico/metabolico o psicologico, sia in grado di “memorizzarsi” sul corpo. Qualunque forma psicologica determini un atteggiamento corporeo che nei casi più “intensi” richieda dei compensi, se ha il tempo di strutturarsi determina una modifica nella forma, questa spesso viene “ammortizzata” dalla capacità elastica del corpo ma può evolvere in un disequilibrio alla base di una patologia.

Quando al pensiero riduzionista, molto utile dal punto di vista didattico, abbiniamo una visione unitaria che accetta e affronta la complessità di un network come l’essere umano è più facile comprendere come uno stimolo su una forma  “anomala” possa agire sulla causa che l’ha generata.

Quanto sopra ci fa comprendere come in un essere unico e indivisibile una disarmonia può essere affrontata da molte porte di accesso in quanto gli stimoli afferenti, come quelli efferenti, sono inseriti in un contesto cibernetico di confronto e controllo in tempo reale in cui ognuno dipende dall’altro.

Una disarmonia per essere riequilibrata ha bisogno di interrompere quel circolo vizioso che la genera, l’interruzione può avvenire a livello psicologico, metabolico o strutturale, ma a volte occorre che si lavori contemporaneamente su tutti i fronti attraverso il lavoro sinergico di una equipe di professionisti tra loro collegati.

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